Nei prossimi anni, a seguito del decreto Rochi, la TARSU lascerà il posto alla TIA, o tariffa di Igiene ambientale, il cui scopo è quello di riuscire a far spendere al contribuente la somma reale, relativa all'effettivo utilizzo del servizio in questione. La Tassa per lo Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani, comunemente nota come TIA (Tariffa di Igienizzazione Ambientale), è stata una forma di tributo comunale in Italia. La TIA aveva lo scopo di coprire i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, ed era calcolata principalmente in base alla quantità e al tipo di rifiuti prodotti, nonché alla superficie occupata dall'immobile.
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- La tassa sui rifiuti
- Sostituzione della TIA
- Rimborso dell'IVA sui rifiuti: ecco come funziona
- Bibliografia Raccomandata
- FAQ Verticali: Tasse sull'Igiene Ambientale e Mercato del Lavoro
Tuttavia, è importante sottolineare che la TIA è stata sostituita dalla TARI (Tariffa sui Rifiuti), introdotta con la riforma fiscale del 2014 (Legge n. 147/2013, art. 1 commi da 639 a 667). La TARI ha lo scopo di finanziare tutti i costi del servizio di gestione dei rifiuti, compresi la raccolta, il trasporto, il trattamento, il recupero, lo smaltimento dei rifiuti, nonché le attività di pulizia delle strade. La TARI si applica a tutti i possessori o detentori a qualsiasi titolo di locali o aree scoperte adibite a qualsiasi uso, suscettibili di produrre rifiuti urbani. La tariffa è suddivisa in una quota fissa, determinata in base ai metri quadri dell'immobile, e una quota variabile, calcolata in base al numero degli occupanti e alla tipologia di attività svolta.
Quindi, mentre la TIA era incentrata maggiormente sull'aspetto igienico-sanitario legato allo smaltimento dei rifiuti, la TARI ha un approccio più ampio che considera l'intero ciclo di gestione dei rifiuti.
La tassa sui rifiuti
La tariffa igiene ambientale è divisa in due parti: la prima trattasi di una quota fissa per coprire i costi di esercizio, uno per tutti la pulizia delle strade. L'altra quota, variabile, dipende direttamente dalla produzione dei rifiuti dell'utente.
E' chiaro che calcolare nella TIA la quota variabile è una operazione complessa, in quanto prima va calcolato il costo dello smaltimento delle varie tipologie di rifiuti, e poi lo si suddividerà in base alla produzione rifiuti pro capite.
Il calcolo dei costi
Il metodo ideale per calcolare la tariffa igiene ambientale è attraverso la tariffa puntuale. Essa consiste nel pesare i rifiuti indifferenziati prodotti dall'utente singolo, e dunque è anche un metodo oneroso e applicabile solo in piccoli comuni.
Il secondo metodo, che semplifica il precedente, è la tariffa volumetrica, che si ottiene non attraverso il calcolo del peso dei rifiuti, ma considerando esclusivamente il volume del numero di sacchi ritirati.
Il metodo più semplice e diffuso resta comunque quello presuntivo.
Cosa prevede la legge
Vediamo in dettaglio il decreto Ronchi che ha stabilito il passaggio verso la Tariffa igiene ambientale.
- La tariffa deve essere applicata nei confronti di chiunque occupi oppure conduca locali, o aree scoperte ad uso privato non costituenti accessorio o pertinenza dei locali medesimi, a qualsiasi uso adibiti, esistenti nelle zone del territorio comunale.
- La tariffa è composta [...] in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio. [...]
- La tariffa di riferimento è articolata per fasce di utenza e territoriali.
- La tariffa è riscossa dal soggetto che gestisce il servizio.
Sostituzione della TIA
La TIA a sua volta è stata sostituita dalla TARI; La tassa sui rifiuti (TARI) è la tassa relativa alla gestione dei rifiuti in Italia; è stata introdotta il 27 dicembre 2013 con la Legge di stabilità per il 2014 in sostituzione delle precedenti Tariffa di igiene ambientale (TIA) e Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU) e Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES). Tale tributo è una componente dell'imposta unica comunale (IUC) insieme all'imposta municipale propria (IMU) e al tributo per i servizi indivisibili (TASI).
Presupposto
Il presupposto della TARI è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o di aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani. Sono escluse dalla TARI le aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali tassabili, non operative, e le aree comuni condominiali che non siano detenute o occupate in via esclusiva.
Responsabilizzazione
Ma le vere qualità della tariffa si realizzano coll'applicazione dei sistemi puntuali. In questo modo si raggiunge la perfetta equità contributiva: infatti ciascun utente paga esattamente per quel che produce, cioè per quanto usufruisce del servizio.
Di conseguenza, è responsabilizzato: sa che sta solo a lui impegnarsi per ridurre la quantità dei rifiuti (specie indifferenziati) prodotti e quindi diminuire la spesa: al contrario la tassa è per definizione un'imposizione dall'alto, determinata in modi poco chiari dall'amministrazione comunale; e può sembrare un'autorizzazione a inquinare, a produrre quanti rifiuti si vuole senza differenziarli, perché «del resto pago le tasse».
La riduzione dei rifiuti e l'incremento della raccolta differenziata sono l'obiettivo della tariffa: raggiungerlo significa non solo conseguire un importantissimo risultato ambientale ed ecologico, ma anche realizzare dei notevoli risparmi, perché lo smaltimento indifferenziato costa molto più del riciclaggio, e la riduzione dei rifiuti non costa nulla ma permette un risparmio secco sullo smaltimento.
Rimborso dell'IVA sui rifiuti: ecco come funziona
In base alla Sentenza n.° 238/2009 della Corte Costituzionale, sembrava possibile chiedere il rimborso IVA sulla tassa dei rifiuti, in quanto, secondo chi contestava l'applicazione IVA, TARSU e TIA sono da considerarsi propriamente tributi, e dunque ambedue sono prelievi estranei all'ambito di applicazione dell'IVA.
Ma a nulla sono valse le proteste da parte di associazioni e consumatori, in quanto il Dipartimento delle Finanze del MEF ha stabilito, con circolare dell'11 novembre, che l'IVA va applicata anche alla TIA
Tutto è partito durante l'estate, in seguito ad un O.D.G. presentato alla Camera dall’ Onorevole Murgia, secondo cui l’emendamento che rendeva possibile applicare l’iva alla TIA 2 (quella non ancora in vigore) era estendibile anche alla TIA 1
In dettaglio
In pratica, tale ordine del giorno che è andato a vanificare la possibilità di rimborso IVA rifiuti, afferma che la cosiddetta TIA 2, non avendo natura tributaria, è applicabile l'IVA, e poichè anche la TIA 1 è una tariffa e non un tributo come pensavano gli oppositori, l'applicazione dell'IVA è legittima.
Il Dipartimento delle finanze, infatti, dichiara che: “Si esprime, quindi, il parere che la TIA1 debba continuare ad essere assoggettata all’IVA”.
Sarà dura questa battaglia sul rimborso IVA rifiuti, anche perchè quest'ultima circolare darebbe una spinta decisiva alla decisione finale su tale bagarre, a favore dell'applicazione dell'IVA sui rifiuti.
Mille sigle per un servizio inefficiente
Come spesso succede in Italia, si cambia il nome alle tasse ma la sostanza non cambia. Dall’IMU alla TASI per finire alla TARI (appunto la tassa sui rifiuti, che ne 2014 si chiamava TARSU, acronimo di Tassa Smaltimento Rifiuti Solidi Urbani per poi diventare TARES, ossia Tributo comunale sui Rifiuti e sui Servizi ), gli italiani sono andati in confusione con tutte queste imposte da pagare ma che in realtà non assicuravano nessun servizio efficiente. Basti pensare a Roma, dove dopo la chiusura della discarica abusiva (da 40 anni!) di Malagrotta, ancora non si è arrivati a un sistema dei rifiuti che possa garantire la pulizia delle strade.
Tutto ciò per incuria degli amministratori locali e per la corruzione dilagante, sia nell’azienda municipalizzata AMA che in Comune, dove si sono infiltrate organizzazioni criminali che hanno gestito il ciclo dei rifiuti. A questo si aggiunge il peso della mondezza spedita all’estero che ha un costo triplo per le tasche dei cittadini. La domanda infatti è: se in altri Paesi si riescono a gestire i rifiuti facendoli diventare una fonte di energia, perchè in Italia non ci si riesce? A questa domanda, si può rispondere prendendo spunto dalla mancanza di progettualità di ogni amministrazione locale con anche alcuni comitati di quartiere che dicono “no” a qualsiasi progetto che interessi il proprio territorio. Una difesa dell’orticello che porta danni alla collettività intera.
Ma non esiste solo Roma, visto che la cattiva gestione dei rifiuti chiama in causa molte altre città come ad esempio Napoli, dove la camorra ha interrato nella famosa Terra dei Fuochi tantissimi barili di rifiuti tossici a danno delle persone e della coltivazione. Una tragedia colossale che fa capire però che business ci sia dietro a questo scandaloso traffico. Nel futuro si prevede una sorta di local tax che possa inglobare il pagamento di tutte le imposte in un’unica soluzione, un modo per facilitare la vita ai cittadini, che ogni volta devono aggiornarsi sulle nuove norme, così come accaduto con la TARI, entrata a regime nel 2014. Il tutto provocando caos nella testa dei cittadini, soprattutto anziani, che giustamente sono andati in tilt non sapendo più come pagare queste imposte, che dettaglio non da poco, sono continuate a salire negli ultimi anni.
Bibliografia Raccomandata
Per approfondire il legame tra tassazione ambientale, gestione delle risorse e opportunità di lavoro, si consigliano i seguenti testi:
Autore: Marco Frey Nome Testo: "Economia e gestione delle imprese green" Casa Editrice: Il Mulino Una panoramica su come le politiche ambientali influenzano le strategie aziendali e la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore green.
Autore: Alessandro Lanza e Edoardo Croci Nome Testo: "Le tasse ambientali in Italia: scenari e prospettive" Casa Editrice: Franco Angeli Un'analisi approfondita sull'impatto delle tasse ambientali sulle imprese italiane e sullo sviluppo sostenibile.
Autore: Giuseppe Franco Ferrari Nome Testo: "Diritto ambientale: Principi e tendenze" Casa Editrice: Giuffrè Un testo che esplora le normative ambientali, comprese quelle relative alla tassazione, offrendo spunti sul loro impatto economico e sociale.
Autore: Carlo Carraro e Gilberto Seravalli Nome Testo: "Sostenibilità, innovazione, e impresa" Casa Editrice: EGEA Questo libro esamina come l'innovazione e la sostenibilità si intreccino con le dinamiche imprenditoriali, con un focus particolare sulle politiche ambientali e le tasse associate.
Autore: Luigi Fusco Girard e Pasquale De Toro Nome Testo: "La valutazione economica del patrimonio culturale: Un approccio ambientale" Casa Editrice: Franco Angeli Sebbene focalizzato sul patrimonio culturale, questo testo offre una visione originale sull'importanza dell'economia ambientale e sulle implicazioni delle tasse per la conservazione e valorizzazione dei beni comuni.
FAQ Verticali: Tasse sull'Igiene Ambientale e Mercato del Lavoro
Come influiscono le tasse sull'igiene ambientale sul mercato del lavoro?
Le tasse sull'igiene ambientale possono avere un duplice effetto sul mercato del lavoro. Da un lato, incrementano i costi per le aziende, specialmente per quelle in settori altamente inquinanti o che producono grandi quantità di rifiuti, potenzialmente limitando le assunzioni. Dall'altro, stimolano l'innovazione e la transizione verso pratiche più sostenibili, creando nuove opportunità di lavoro in settori come la gestione dei rifiuti, il riciclo, l'energia rinnovabile, e la consulenza ambientale. Le aziende che si adattano e innovano possono trarre vantaggio competitivo e espandere le loro attività, contribuendo positivamente alla creazione di posti di lavoro.
Quali sono le figure professionali più richieste nel contesto delle tasse ambientali?
Le tasse ambientali spingono le aziende a cercare figure professionali che possano aiutarle a ridurre l'impatto ambientale e a conformarsi alle normative vigenti. Questo include esperti in gestione ambientale, ingegneri ambientali, consulenti per la sostenibilità, esperti in normative ambientali, e tecnici specializzati nel trattamento dei rifiuti. Inoltre, la crescente attenzione verso l'economia circolare apre opportunità per professionisti nel campo del riciclo e del riuso dei materiali, oltre che per innovatori che possono sviluppare nuovi prodotti e servizi eco-compatibili.
Quali strategie possono adottare le aziende per ridurre l'impatto delle tasse ambientali?
Le aziende possono adottare diverse strategie per minimizzare l'impato delle tasse ambientali sulle loro operazioni. Queste includono l'investimento in tecnologie più pulite e efficienti, l'adozione di pratiche di economia circolare per ridurre i rifiuti, la certificazione ambientale (come ISO 14001) per dimostrare l'impegno verso la sostenibilità, e lo sviluppo di prodotti eco-compatibili. Collaborare con start-up e centri di ricerca per innovare i processi produttivi e ridurre le emissioni nocive può anche aiutare a mitigare l'impatto economico delle tasse ambientali, oltre a creare un'immagine aziendale positiva che può attrarre consumatori e talenti.