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L'abitabilità di una casa è un aspetto fondamentale per garantire un'esperienza di vita confortevole e sicura. I requisiti abitativi stabiliscono gli standard che una casa deve soddisfare per essere considerata adatta a essere abitata. In questo articolo, esploreremo i vari aspetti che determinano l'abitabilità di una casa, come il certificato di abitabilità, la normativa edilizia e altri elementi chiave. Gli impianti elettrici e idraulici devono essere conformi agli standard di sicurezza e funzionalità, garantendo un'adeguata distribuzione dell'energia e dell'acqua all'interno dell'abitazione. L'isolamento termico e la ventilazione contribuiscono al comfort termico e alla qualità dell'aria, mentre la sicurezza strutturale assicura che l'edificio sia solido e resistente alle varie sollecitazioni.

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È fondamentale anche la conformità urbanistica, ovvero il rispetto delle norme e dei regolamenti locali riguardanti l'uso del suolo e la progettazione degli edifici. L'efficienza energetica è un altro criterio importante, che riguarda la capacità dell'abitazione di consumare meno energia possibile senza compromettere il comfort. L'illuminazione naturale è un elemento chiave per garantire un ambiente abitativo sano e piacevole. La superficie minima delle stanze, l'altezza dei soffitti e l'accessibilità sono altre caratteristiche che influenzano l'abitabilità, assicurando spazi adeguati e accessibili a tutti gli abitanti.

Per garantire igiene e salubrità, è necessario rispettare le normative in materia di prevenzione incendi, smaltimento rifiuti e controllo delle emissioni inquinanti. Infine, gli spazi abitativi devono essere realizzati seguendo standard costruttivi che assicurino una qualità elevata e una durata nel tempo. In sintesi, i requisiti per l'abitabilità di una casa spaziano dalla sicurezza strutturale all'efficienza energetica, passando per il comfort termico e la salubrità degli ambienti. Conoscere e rispettare questi criteri è fondamentale per garantire una vita serena e confortevole all'interno della propria abitazione.

L'agibilità è la certificazione di cui un edificio riceve quando rispetta tutti i requisiti di legge necessari a garantire la sicurezza dei locali; il suo riferimento normativo è il Testo Unico dell'Edilizia (DpR 380/2001). Purtroppo in alcuni casi la legge viene raggirata e l’Italia si trova con troppi locali costruiti senza il rispetto delle norme mettendo quindi a repentaglio la sicurezza della cittadinanza.

Certificato per l'abitabilità di un immobile: cos'è e come richiederlo

I requisiti per l'abitabilità, emessi dal comune secondo il D.P.R. 22 aprile 1994, n. 425, avevano una doppia finalità. Da un lato, confermavano che l'immobile era adatto all'uso residenziale, dopo aver verificato che rispondesse agli standard minimi in termini di stabilità, sicurezza e igiene degli edifici. Dall'altro, assicuravano che l'immobile fosse adeguato a svolgere una specifica funzione socio-economica, ovvero a rispondere effettivamente alle esigenze che avevano motivato l'acquisto da parte dell'acquirente.

In caso di nuove costruzioni, ricostruzioni, sopraelevazioni o lavori di ristrutturazione, questi requisiti certificavano le condizioni igienico-sanitarie dell'edificio, prendendo in considerazione aspetti come le altezze minime, i rapporti tra superficie e illuminazione, la presenza di anti-bagni e simili. Tuttavia, non si focalizzavano direttamente sulla sicurezza e sull'efficienza energetica degli impianti.

Da chi vengono rilasciati i requisiti per l'abitabilità

Il rilascio dei requisiti per l'abitabilità di un edificio è compito dell'Ufficio tecnico del Comune in cui si trova l'immobile. Questa autorizzazione viene concessa solamente dopo il completamento dei lavori di costruzione o ristrutturazione. Inoltre, è necessario che un tecnico qualificato, di solito diverso sia dal progettista che dal direttore dei lavori, effettui un controllo e attesti il rispetto di tutte le normative vigenti.

Questo certificato assicura non solo il rispetto delle dimensioni minime per gli ambienti e le aperture, come facevano i precedenti standard di abitabilità, ma valuta anche altri aspetti importanti come la stabilità strutturale dell'edificio e l'efficienza energetica e la sicurezza degli impianti.

L'abitabilità conferma l'adeguatezza della struttura per ospitare persone, garantendo la conformità a tutte le normative di sicurezza specifiche per quel tipo di costruzione. Questa verifica include anche il rispetto delle norme tecniche generali relative alle costruzioni. Ottenere questo permesso è essenziale per vari scopi, tra cui: cambiare residenza, attivare una linea telefonica, richiedere un mutuo sull'immobile, avviare un'attività commerciale, registrare l'immobile nei registri pubblici e affittare o vendere la proprietà.

Per ottenere i requisisti per l'abitabilità, è necessario presentare all'Ufficio tecnico

Per un edificio, la documentazione tecnica relativa ai calcoli strutturali è necessaria nel caso di lavori strutturali, cosa che è sempre richiesta per le nuove costruzioni. Inoltre, è necessario fornire il progetto esecutivo, accompagnato da una relazione tecnica che dimostri il rispetto delle normative vigenti. Si richiede anche una certificazione di corretta realizzazione degli impianti secondo la legge attuale (che al momento è la 46/90), e una licenza di collaudo.

I requisiti di abitabilità possono essere ritirati in specifiche circostanze:

  • Se l'edificio ha subito danni strutturali gravi, come quelli causati da un terremoto o un incidente, che ne compromettano la stabilità e la sicurezza. In questi casi, la revoca può essere effettuata dai Vigili del Fuoco.
  • Se sono state realizzate opere non autorizzate che violano anche solo una delle norme tecniche vigenti. Ad esempio, la costruzione abusiva di una veranda o l'ampliamento di una finestra non comportano la revoca dell'abitabilità. Tuttavia, la ristrutturazione dell'impianto elettrico senza adeguata certificazione può portare alla revoca.

In passato, un edificio veniva considerato agibile se rispettava solo alcune norme tecniche, come quelle riguardanti i calcoli strutturali e l'igiene. I requisiti per l'abitabilità venivano poi rilasciati successivamente, dopo il completamento delle opere e solo per gli immobili residenziali. Recentemente, tuttavia, la normativa sull'abitabilità è stata abolita.

Agibilità abitabilità, tutto quello che devi sapere sul certificato di agibilità

I nuovi requisiti per l'abitabilità

I concetti di agibilità ed abitabilità venivano considerati in passato due concetti distinti: l’agibilità si riferiva alla conformità dell’edificio rispetto alle norme tecniche; l’abitabilità, invece, erano una conseguenza della completezza dei lavori e veniva rilasciato solo per gli edifici residenziali.
Oggi non c’è più questa distinzione, infatti si fa riferimento solo all’agibilità degli edifici comprendente anche i requisiti per l'abitabilità.

Possiamo dire che il nuova licenza di agibilità è il riconoscimento dato ad un edificio quando per la sua costruzione sono stati rispettati i requisiti di legge, al fine di garantire la sicurezza e il comfort di chi ci abita. Devono essere rispettate, infatti, le norme sulla sicurezza statica dell’edificio e quelle sul risparmio energetico, ma anche le norme igienico-sanitarie.
Ovviamente il certificato si deve richiedere sia per le nuove costruzioni, sia per le sopraelevazioni o altri tipi di interventi su edifici già esistenti. Inoltre, si può ottenere una certificazione di agibilità parziale relativa ad una parte di un edificio, solo per le singole unità immobiliari.
Questo attestato è molto importante nel caso in cui l’unità immobiliare venga venduta, perchè tutela l’acquirente. Se non fosse presente, il notaio può redigere ugualmente l’atto di vendita a patto che le parti ne siano a conoscenza e concordi nel procedere.

Abitabilità ante 1967

Prima del 1967, le normative riguardanti l'abitabilità in Italia erano meno rigide e dettagliate rispetto a quelle attuali. Tuttavia, è importante notare che le norme variano tra le regioni e le città, e le informazioni fornite qui potrebbero non coprire tutte le specificità locali.

Le case costruite prima del 1967 erano spesso caratterizzate da spazi più piccoli, altezze dei soffitti inferiori e impianti idraulici ed elettrici meno sofisticati. Inoltre, l'isolamento termico e acustico e l'efficienza energetica di queste abitazioni erano generalmente inferiori rispetto agli standard odierni. Alcuni requisiti di base per l'abitabilità, come l'accesso all'acqua potabile, alle fognature e all'elettricità, erano comunque richiesti.

Con l'introduzione di nuove leggi e regolamenti nel corso degli anni, gli standard di abitabilità sono diventati più rigorosi. Ad esempio, il Testo Unico sull'Edilizia (D.P.R. 380/2001) e le leggi regionali hanno introdotto nuovi requisiti in materia di sicurezza strutturale, impianti, accessibilità, efficienza energetica e altre caratteristiche essenziali per garantire la salubrità e il comfort delle abitazioni.

Se si possiede una casa costruita prima del 1967, potrebbe essere necessario effettuare interventi di adeguamento e ristrutturazione per conformarsi agli attuali standard di abitabilità. Questi interventi possono includere l'installazione di nuovi impianti elettrici e idraulici, l'isolamento termico, l'adeguamento alla normativa antisismica e l'eliminazione delle barriere architettoniche.

In conclusione, l'abitabilità delle case ante 1967 era soggetta a requisiti meno stringenti rispetto a quelli attuali. Tuttavia, è consigliabile adeguare queste abitazioni agli standard moderni per garantire sicurezza, comfort e salubrità agli occupanti, nonché per migliorare l'efficienza energetica e ridurre l'impatto ambientale.

Come effettuare la dichiarazione di conformità impianti

Il decreto emanato dal Ministero dello Sviluppo (Dm 37 del 22 gennaio 2008) chiarisce che, per un impianto già funzionante, non è necessario inviare al distributore di acqua ed energia la relativa dichiarazione di conformità, anche nei casi in cui:

  • la fornitura del metano, dell'acqua o della luce era stata temporaneamente disattivata per il subentro di un nuovo proprietario dell'immobile;
  • è cambiato il fornitore di energia;
  • è stato modificato il contratto.

Nel caso di un nuovo contratto di utenza, invece, entro 30 giorni dall'allacciamento di una nuova fornitura di gas, energia elettrica, acqua, negli edifici di qualsiasi destinazione d'uso, il committente deve consegnare al distributore o al venditore dell'utenza una copia della dichiarazione di conformità dell'impianto.

In caso di mancata consegna della stessa, il fornitore o il distributore di gas, energia elettrica o acqua, previo congruo avviso, sospende la fornitura.

Altre informazioni utili sui requisiti per l'abitabilità

Di seguito riportiamo altre informazioni utili riguardo i requisiti per l'abitabilità:

  • Il documento viene rilasciato dall’azienda installatrice e deve firmata e timbrata in fogli originali da parte del capo dell’impresa e dal responsabile tecnico.
  • Nella dichiarazione devono essere presenti i seguenti dati: a quali immobili si richiama il documento, la tipologia di materiali usati, lo schema-progetto e una copia della certificazione dei requisiti presenti. Per requisiti si intendono quelli professionali-tecnici.
  • Per quanto riguarda i materiali utilizzati, nella relazione devono essere presenti i dati che fanno riferimento alle certificazioni UNI o CEI con riferimento alle disposizioni vigenti. Anche questo documento deve presentare la firma e il timbro da parte del responsabile tecnico.
  • Il progetto/schema deve anch’esso portare la firma e il timbro in originale da parte del responsabile.
  • La copia del certificato per quanto concerne i requisiti tecnico-professionali può essere presentato anche in fotocopia. In caso di assenza di modifiche, il responsabile deve indicare nel documento che non ci sono variazioni secondo una precisa dicitura da scrivere. Il tutto integrato da firma e timbro in originale.

Agibilità di un locale commerciale di vecchia costruzione

L'agibilità di un locale commerciale di vecchia costruzione riguarda la sua idoneità ad ospitare un'attività commerciale in conformità con le normative vigenti. Per ottenere l'agibilità, è necessario che il locale rispetti una serie di requisiti che assicurino sicurezza, accessibilità e salubrità sia per i clienti che per i dipendenti. Di seguito, esaminiamo alcuni aspetti fondamentali da considerare nell'agibilità di un locale commerciale di vecchia costruzione:

  1. Sicurezza strutturale: La stabilità dell'edificio è cruciale per la sicurezza dei suoi occupanti. Un'analisi strutturale da parte di un ingegnere può essere necessaria per valutare eventuali problemi e stabilire se il locale soddisfa gli standard di sicurezza.
  2. Impianti elettrici e idraulici: In un locale di vecchia costruzione, è fondamentale verificare che gli impianti elettrici e idraulici siano adeguati e conformi alle normative. Potrebbe essere necessario un adeguamento o una sostituzione degli impianti per garantire la sicurezza e la funzionalità.
  3. Accessibilità: Un locale commerciale deve essere accessibile a tutti, comprese le persone con disabilità. Ciò può richiedere la rimozione di barriere architettoniche e l'installazione di rampe, ascensori o altre strutture per facilitare l'accesso.
  4. Prevenzione incendi: Il locale deve rispettare le normative in materia di prevenzione incendi, che includono l'installazione di sistemi di rilevazione e allarme, estintori, uscite di emergenza e percorsi di evacuazione ben segnalati.
  5. Ventilazione e condizionamento: Per garantire un ambiente confortevole e salubre, è importante che il locale commerciale abbia un adeguato sistema di ventilazione e, se necessario, di condizionamento dell'aria.
  6. Efficienza energetica: Anche se un edificio di vecchia costruzione potrebbe non essere soggetto agli stessi requisiti energetici di uno nuovo, è comunque importante valutare l'efficienza energetica del locale e considerare possibili interventi di miglioramento.
  7. Conformità urbanistica e regolamenti locali: Il locale commerciale deve rispettare le normative urbanistiche e i regolamenti locali in materia di uso del suolo, dimensioni, insegne, parcheggi e altri aspetti specifici all'attività commerciale.

Ottenere l'agibilità per un locale commerciale di vecchia costruzione può richiedere interventi di ristrutturazione, adeguamento e verifica da parte di professionisti del settore. È fondamentale affrontare questi requisiti per garantire la sicurezza e la conformità alle normative, creando un ambiente adeguato per lo svolgimento dell'attività commerciale.

Le novità sulle norme antisismiche

È infatti grazie ad alcune nuove norme antisismiche se negli ultimi anni sono stati fatti molti progressi. Nel 2003 in Italia sono state pubblicate alcune norme antisismiche che prescrivono sia la valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici strategici, che la mappatura sismica del territorio italiano.

Da sottolineare che non ci sono zone non sismiche. Quando si progetta un nuovo edificio occorre monitorare il grado sismico dell’edificio sulla base della pericolosità sismica del territorio.
In Italia viene utilizzata una classificazione che va da 4, che indica una zona poco pericolosa, ad 1 che indica, invece, il punto di massimo pericolo. Ebbene, quasi metà del territorio nostrano è contrassegnato dal 1° grado di pericolosità.

A causa di queste valutazioni, molte aziende edili si sono specializzate nella costruzione di edifici che seguono le norme antisismiche. Fra questi, è molto nota FIP Industriale.

FIP Industriale è all'avanguardia nella realizzazione di tecnologie antisismiche. L’azienda realizza test con carichi e scorrimenti di progetto. Le tecnologie antisismiche prodotte sono adatte ad ogni tipo di struttura. Le tecnologie antisismiche FIP comprendono tutte le tipologie di dissipatori di energia, sistemi di isolamento, shock transmitters. Per avere un'idea di quelli che sono i prodotti che sfruttano queste tecnologie antisismiche, consigliamo di visitare il sito della struttura.

Case Antisismiche

La prima operazione da compiere è la valutazione della pericolosità della zona e della struttura della casa. Occorre capire quali sono le potenziali minacce che l'edificio, presumibilmente, dovrà affrontare e il grado di efficienza che dimostrerà di fronte il terremoto.

Il problema principale è che la struttura della casa, una volta sotto lo stress del terremoto, si vede costretta a reggere un grosso peso (che siano i piani superiori o il tetto) che, da statico, diventa dinamico: è questo peso che fa crollare le case.

Per questa ragione si agisce sia rinforzando la struttura della casa sia alleggerendo il peso. La struttura viene rinforzata utilizzando il cemento armato con un'armatura interna di barre di acciaio al carbonio o inossidabile. Queste hanno un diametro minimo di 5 mm. Lo stesso dicasi per i pilastri dove, soprattutto, occorre fare attenzione ai bulloni e ganci utilizzati per legare insieme le varie parti.

Ma essendo le strutture portanti delle case costruite secondo le norme antisismiche in acciaio non siamo di fronte ad un’abitazione fredda? Essendo l'acciaio collocato in una camera isolata si viene a creare uno spazio dove la temperatura rimane costante e dunque calda. In caso di temporali le case antisismiche reagiscono molto bene. Se un fulmine dovesse colpire l'abitazione, l'acciaio fa scaricare la potenza subito a terra.

Per l'antisismica la struttura più idonea è dunque l'acciaio avendo esso una flessibilità che nessun altro materiale può supportare. Una casa non segue le norme antisismiche solo perché viene utilizzato l'acciaio; occorre che alla base ci sia uno studio ingegneristico per ogni abitazione.

In alternativa è possibile utilizzare il legno che, grazie alla sua flessibilità, resiste bene a questi sforzi. Ma questa non è una soluzione ottimale per la città, ovviamente, anche se si rivela perfetta – anche a causa del costo – per gli ambienti rurali.

La seconda strada è quella di alleggerire il peso. Per questa ragione le case antisismiche non si possono ergere sopra i due piani. Inoltre si devono evitare i tetti a spiovente perché questa struttura tende a spingere il peso verso le mura, e occorre utilizzare quelli a capriata che, al contrario, hanno sotto una struttura formata da diverse travi capaci di dividere ugualmente il carico.

In ogni caso, per continui aggiornamenti in materia di norme antisismiche, si rimanda al sito Edil Portale che, alla sezione news, propone approfondimenti sull'argomento.

Materiali antisismici: vediamo i migliori

Come avrete intuito dal paragrafo precedente ci sono alcuni materiali che sono considerati antisismici per eccellenza. Infatti, grazie alla loro estrema elasticità, sono perfetti per resistere alle onde sismiche e quindi garantiscono una massima tenuta anche durante i terremoti più violenti. Purtroppo, non è facile prevenire questo tipo di eventi, ma è possibile studiare la sismicità di determinate zone ed intuire quali sono quelle più a rischio.

In questo paragrafo, vogliamo spiegarvi quali sono i migliori materiali con cui costruire case che rispettino le norme antisismiche e soprattutto vi daremo interessanti spunti per capire, in un futuro come rendere invulnerabile ai terremoti la vostra abitazione.

Legno

Sicuramente, al primo posto, tra i materiali antisismici abbiamo il legno, materiale estremamente elastico che riesce a adattarsi e resistere anche alle onde sismiche più potenti. Nelle zone a rischio, infatti, le case sono costruite con delle forti strutture in legno, ancorate a terra in modo che riescano a scaricare in basso quante più onde sismiche possibile, in modo da riuscire a mantenere salda e in piedi la successiva struttura in muratura.

Muratura semplice

La muratura semplice, piuttosto che quella armata, è il miglior modo per ricoprire e rendere più solida la struttura in legno con cui generalmente si costruiscono le case che rispettano le norme antisismiche. La muratura semplice è decisamente più elastica rispetto alla muratura in cemento armato, quindi è in grado di ammortizzare e assorbire maggiormente le varie oscillazioni causate dal terremoto.

Ovviamente un sisma di magnitudo superiore a cinque, mette a dura prova qualsiasi tipo di materiale, ma la struttura portante in legno, vi garantisce dei punti sicuri all’interno di ogni abitazione. I punti in cui sono collocate le travi, infatti, sono i migliori dove collocarsi in caso di terremoto. Anche se il resto della casa dovesse cedere, le travi rimarranno salde.

Quando la terra trema fa paura 

Nonostante il progresso scientifico non conosca tregua, nonostante il clamoroso sviluppo di quelli che possono essere gli strumenti per salvaguardare l’uomo in tutte le circostanze un evento, purtroppo, rimane ancora imprevedibile e capace di scatenare catastrofi di dimensioni inaudite.

I terremoti, infatti, nonostante il meticoloso lavoro dei geologi che possono vagamente intuire in che periodo la terra possa tremare, hanno sempre devastato tutti i luoghi dove hanno deciso di colpire. Basti pensare a quanto successo quasi cento anni fa in quel di Messina o di Reggio Calabria, passando per gli tsunami tipici delle coste oceaniche, arrivando a quelli che pochi anni fa hanno sconvolto l’Italia centrale.  
Milioni e milioni di morti. Case, quartieri, paesi, città, nazioni: tutto devastato. Non rimane più nulla, quando arriva un terremoto è difficile che l’uomo possa porre rimedio. L’unico eventuale aiuto che l’uomo deve e può darsi è quello di non basare il tutto sul possibile imminente arrivo bensì sul possibile arrivo. Cosa vogliamo dire? Le previsioni sono sempre approssimative nel senso che si potrebbe sapere il periodo ma mai avere la certezza assoluta che la terra sia prossima al vibrare e soprattutto che entità: a questo punto la soluzione migliore è quella di creare quel che c’è da creare consapevoli che, prima o poi, un terremoto potrebbe colpire. Quali sono allora le normi antisismiche da dover rispettare? 

Quali sono le normi antisismiche principali 

Premesso che in base alla forza con la quale il terremoto si presenta le normi antisismiche potrebbero rivelarsi ‘inutili’ è giusto rispettare quelle che sono ritenute le norme basilari quantomeno per ridurre al minimo i potenziali danni che un terremoto di media-bassa entità può creare. Dal 1600 ad oggi sono stati tantissimi i decreti che sono stati emanati al fine di assicurare maggiore sicurezza ai cittadini e adesso andiamo a vedere, per sommi capi, quali sono le norme antisismiche ‘minime’ da rispettare: 

  • Vanno adottati dei nuclei capaci di irrigidire le strutture come vani ascensore, scale, e setti capaci di assorbire quanto più possibile le azioni orizzontali essendo costruire insieme al resto della struttura. Ovviamente tutte le masse vanno distribuite con somma equità ed accortezza al fine di bilanciare le forze scatenate da eventuali scosse di terremoto; 
  • Va rispettato il criterio delle gerarchie delle resistenze: la struttura infatti deve essere studiata al fine di attivare un meccanismo di collasso dopo che si formano numerose cerniere plastiche; 
  • Vi devono essere dei nodi strutturali per aumentare in modo esponenziale le unioni di travi e pilastri e ciò deve avvenire mediante delle adeguate staffature; 
  • Vanno utilizzate anche le cosiddette ‘catene’ tese ad aumentare la resistenza sia delle strutture in pietra che in muratura; 
  • Vanno inseriti dei dissipatori tesi ad attenuare eventuali movimenti strutturali causati dall’eventuale sisma. 

Quando la terra trema miete vittime 

Precedentemente abbiamo semplicemente citato qualche occasione nella quale la terra è effettivamente tremata e ha causato vittime su vittime. Ma i casi, purtroppo, non sono quantificabili in modo ‘irrisorio’ perché ad ogni terremoto la tragedia è dietro l’angolo. Andiamo a vedere quali sono i casi più terribili di terremoto degli ultimi decenni: 

  • Il terremoto del Belice – datato 1968 ha colpito la Sicilia e in particolar modo la fascia tra Trapani e Palermo. I paesi dell’entroterra siciliana furono devastati e i morti in questa occasione furono centinaia; 
  • I terremoti in Friuli – del 1976 si presentarono a maggio e a settembre e furono capaci di mietere qualcosa come 990 vittime e migliaia di sfollati; 
  • Il terremoto in Irpinia - colpì la zona ubicata tra la Basilicata e la Campania ed è stato probabilmente uno dei terremoti peggiori. In questo caso i morti furono poco meno di 3000. Una strage; 
  • I terremoti degli anni 2000 – nel giro di qualche anno tutta l’Italia centrale è stata colpita. Centinaia di morti nelle zone colpite tra le quali spiccano l’Aquila e quindi l’Abruzzo, il Molise, l’Umbria e le Marche. 

FAQ sui requisiti per l'agibilità

Quali sono i requisiti minimi per l'abitabilità di un fabbricato?

I requisiti minimi per l'abitabilità di un fabbricato includono la presenza di una fonte di acqua potabile, un sistema di scarico delle acque reflue, un sistema di riscaldamento funzionante, un sistema di ventilazione e il rispetto delle norme di sicurezza e igieniche.

Cosa succede se un fabbricato non rispetta i requisiti di abitabilità?

Se un fabbricato non rispetta i requisiti di abitabilità, potrebbe essere considerato inagibile o non abitabile dalle autorità competenti, che potrebbero ordinare la chiusura o la demolizione dell'edificio. Inoltre, il proprietario potrebbe essere soggetto a multe o sanzioni amministrative.

Chi è responsabile per garantire l'abitabilità di un fabbricato?

Il proprietario dell'edificio è responsabile per garantire l'abitabilità del fabbricato e per effettuare eventuali lavori di manutenzione o ristrutturazione necessari per conformarsi alle norme di sicurezza e igieniche. Tuttavia, in caso di locazione, il conduttore ha il diritto di vivere in un ambiente salubre e sicuro e può richiedere al proprietario di effettuare eventuali interventi per migliorare le condizioni di abitabilità.

Autore: Avvocato Giacomo Locopo

Immagine di Giacomo Locopo

Nato a Catania il 25 febbraio 1970, l'avvocato ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l'illustre Università degli Studi La Sapienza di Roma. Attualmente, è iscritto all'Albo dell'Ordine degli Avvocati nella città di Palmi, dove esercita la professione legale con competenza e dedizione.