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Dopo avervi spiegato come si dà la disdetta a SKY, oggi vi presentiamo un nuovo articolo. Come abbiamo visto, nell'ambito dei tributi che il cittadino (denominato contribuente) deve versare allo Stato o a altro ente pubblico, troviamo la tassa, l'imposta e il contributo. Vediamo ora cosa si intende e perchè bisogna versare i contributi.

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Il sistema contributivo rappresenta una colonna portante del nostro ordinamento previdenziale e, più in generale, del welfare italiano. Si tratta di un meccanismo che regola i versamenti obbligatori e volontari dei lavoratori – sia dipendenti sia autonomi – all’ente previdenziale di riferimento, come l'INPS, al fine di garantire una copertura economica al momento della pensione. Comprendere a fondo come funzionano i contributi previdenziali è fondamentale non solo per pianificare il proprio futuro finanziario, ma anche per evitare errori o mancanze che potrebbero compromettere la propria serenità economica negli anni a venire.

Il termine "contributi" si riferisce, infatti, a somme di denaro versate periodicamente a enti previdenziali per finanziare le prestazioni di assistenza e previdenza sociale, come le pensioni di vecchiaia, invalidità, e altre forme di sostegno al reddito. I contributi obbligatori sono previsti per i lavoratori subordinati, mentre i lavoratori autonomi e liberi professionisti devono seguire specifiche norme e modalità di pagamento stabilite per le loro categorie. Questi versamenti non solo determinano l’importo della pensione futura, ma permettono di accedere a benefici e agevolazioni nel corso della vita lavorativa, come indennità di disoccupazione, malattia, o maternità.

Esistono diverse tipologie di contributi: quelli obbligatori, che derivano da un contratto di lavoro; quelli volontari, che il lavoratore può scegliere di versare per incrementare la propria copertura contributiva; e quelli figurativi, riconosciuti senza obbligo di pagamento in particolari situazioni, come la disoccupazione o il servizio militare. La varietà e la complessità di queste forme di versamento richiedono un'attenta gestione da parte del lavoratore, per sfruttare appieno tutte le possibilità offerte dal sistema contributivo.

In questo articolo esploreremo le varie tipologie di contributi e versamenti, le modalità di calcolo e pagamento, e come monitorare la propria posizione previdenziale attraverso strumenti come il cassetto previdenziale online.

Il contributo e i versamenti

Il panorama delle prestazioni patrimoniali obbligatorie delineato dall’articolo 23 della Costituzione italiana si fonda su un principio chiaro e fondamentale: nessuna prestazione patrimoniale può essere imposta ai cittadini senza una disposizione di legge. Questo articolo stabilisce il presupposto legale per cui lo Stato può richiedere ai cittadini o alle imprese un contributo economico destinato al sostegno delle finanze pubbliche o di specifiche attività produttive. All'interno di questo quadro normativo rientrano non solo tasse e imposte, ma anche i contributi, che si suddividono principalmente in due categorie: contributi speciali e contributi sociali.

I contributi speciali sono prelievi obbligatori che lo Stato impone su soggetti che traggono un particolare beneficio da un servizio pubblico specifico. Ad esempio, in alcuni casi lo Stato può richiedere un contributo per la realizzazione di opere pubbliche che migliorano il valore delle proprietà immobiliari di una determinata area o che, comunque, apportano benefici diretti a specifici gruppi di individui o imprese. Il pagamento del contributo speciale viene quindi giustificato dal fatto che il soggetto beneficiario riceve un vantaggio economico diretto dall’azione pubblica, che va al di là del generale interesse collettivo. In questo senso, il contributo speciale non è tanto un’imposta generale, quanto una partecipazione alle spese sostenute per un’opera o un servizio che apporta benefici mirati.

I contributi sociali, invece, hanno un ruolo particolarmente rilevante nell'ambito del sistema di welfare e di previdenza sociale. Questi contributi sono versamenti obbligatori, richiesti principalmente a lavoratori e datori di lavoro, che finanziano le prestazioni sociali erogate dallo Stato o dagli enti previdenziali, come le pensioni, le indennità di disoccupazione, e altre forme di assistenza economica. I contributi sociali rappresentano una vera e propria fonte di finanziamento per il sistema di sicurezza sociale e sono fondamentali per sostenere i servizi di assistenza e previdenza a favore dei cittadini. Al contrario dei contributi speciali, i contributi sociali non si basano su un beneficio diretto legato a un’opera o a un servizio specifico, bensì su una redistribuzione delle risorse che mira a garantire la tutela dei diritti sociali e una certa equità economica.

Questi due tipi di contributi si distinguono anche per la finalità e la modalità di utilizzo delle risorse raccolte. I contributi speciali si riferiscono a interventi mirati, con risorse che vengono destinate principalmente a coprire i costi di opere o servizi che beneficiano un gruppo ristretto di soggetti. Ad esempio, si possono applicare contributi speciali per la costruzione di infrastrutture che aumentano il valore delle proprietà immobiliari circostanti, oppure per servizi particolari come la bonifica di terreni. Questo tipo di prelievo trova quindi giustificazione nel principio di corrispettività, ossia nel legame tra il contributo versato e il vantaggio ricevuto dai soggetti interessati.

I contributi sociali, invece, svolgono un ruolo fondamentale nel garantire il funzionamento del sistema previdenziale e assistenziale del Paese. Le somme raccolte tramite contributi sociali vengono destinate non a servizi particolari ma al finanziamento delle prestazioni di sicurezza sociale, che hanno una valenza universale e collettiva. Un tipico esempio di contributo sociale è quello versato dai lavoratori e dai datori di lavoro all’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale), che finanzia le pensioni e altre forme di protezione sociale. Questo sistema contribuisce a costruire un meccanismo di solidarietà tra le diverse generazioni, in cui chi è attualmente attivo e lavora contribuisce a sostenere chi è in pensione o chi si trova in difficoltà.

Oltre alla finalità, i contributi sociali e speciali si differenziano anche per la natura giuridica. Mentre i contributi sociali sono strettamente collegati a prestazioni di natura assistenziale o previdenziale e sono regolati in modo uniforme per garantire la copertura dell’intera popolazione, i contributi speciali sono regolamentati in base a leggi specifiche che identificano i soggetti beneficiari e l’entità del contributo in relazione al vantaggio economico ricevuto.

Infine, è importante notare che questi prelievi possono anche trasformarsi in strumenti di politica economica e di incentivo per lo sviluppo di determinati settori. Lo Stato, infatti, può decidere di utilizzare forme di contributi o sussidi per sostenere particolari attività produttive, stimolare l’occupazione o incentivare investimenti in ambiti di interesse strategico, come l’innovazione tecnologica, la ricerca scientifica o la sostenibilità ambientale. In questo caso, i contributi diventano una risorsa per promuovere lo sviluppo e l’efficienza produttiva, contribuendo a una crescita economica sostenibile e a vantaggio dell’intera collettività.

Versare i contributi sociali: cosa sono?

Rientrano nella categoria due tipi principali quali quelli previdenziali e quelli assistenziali.

Nell'ambito dei versamenti di contributi previdenziali rientrano quelli effettuati in forma obbligatoria all'INPS e all'INPDAP con lo scopo di ottenere la prestazione della pensione.

Per assistenziali invece si intendono quelli obbligatori effettuati sempre all'INPS e all'INAIL per essere coperti in merito ai rischi collegati a malattie, infortuni e invalidità. Nel caso dei sociali, l'obbligo di versarli appartiene al datore di lavoro. Se il contribuente è un libero professionista, un commerciante o un artigiano, l'obbligo contributivo è il presupposto dell'attività stessa.

Il mancato versamento dei contributi rientra nel penale ed è soggetto a sanzioni di questo tipo.

Con questo, viene garantito al beneficiario il diritto alla riscossione della pensione, in seguito al raggiungimento di particolari requisiti determinati dalla legge. Nell'immediato, versare quanto dovuto permette al contribuente di fruire di determinati servizi quali sussidi di disoccupazione, infortuni, invalidità, ecc.

Cosa sono i contributi? Ecco le sanzioni per il mancato versamento

Come già detto il mancato versamento dei contributi incorre in sanzioni penali diverse a seconda della gravità del gesto compiuto. Infatti, secondo la legge dell’11 Novembre 1983, n. 638, articolo 2, commi 1 e 1-bis:
“1. Le ritenute previdenziali ed assistenziali operate dal datore di lavoro sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti, ivi comprese le trattenute effettuate ai sensi degli articoli 20, 21 e 22 della legge 30 aprile 1969, n. 153, debbono essere comunque versate e non possono essere portate a conguaglio con le somme anticipate, nelle forme e nei termini di legge, dal datore di lavoro ai lavoratori per conto delle gestioni previdenziali ed assistenziali, e regolarmente denunciate alle gestioni stesse, tranne che a seguito di conguaglio tra gli importi contributivi a carico del datore di lavoro e le somme anticipate risulti un saldo attivo a favore del datore di lavoro.

1-bis. L'omesso versamento delle ritenute di cui al comma 1 é punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino € 1032,91. Il datore di lavoro non é punibile se provvede al versamento entro il termine di tre mesi dalla contestazione o dalla notifica dell'avvenuto accertamento della violazione.”

Al reato, quindi, consegue una sanzione amministrativa con una cartella di pagamento da parte dell’Ente previdenziale, ma oltre a questa, il datore di lavoro dovrà affrontare un procedimento penale. Dopo esser stato constatato il mancato pagamento dei contributi dovuti al dipendente, l’Ente previdenziale comunicherà la nota di reato alla Procura della Repubblica con una vera e propria denuncia.

Se il datore di lavoro, entro 3 mesi dalla notifica da parte dell’Ente previdenziale, verserà ciò che deve essere pagato, il reato sarà estinto e non sarà inoltrata la denuncia all’Autorità Giudiziaria.
Da precisare è che la responsabilità penale è sempre del datore di lavoro, anche se il versamento dei contributi può essere attribuito a chi sia stato delegato da parte del datore, l’omesso pagamento è a carico del datore di lavoro, anche se ci sono delle eccezioni, come ad esempio nelle grandi aziende con deleghe di responsabilità.

Quali sono i contratti più costosi attualmente in Italia per quanto concerne i contributi da versare per i dipendenti?

I contratti più costosi attualmente in Italia per quanto concerne i contributi da versare per i dipendenti sono quelli a tempo indeterminato, in particolare quelli con mansioni elevate.

Infatti, i contributi previdenziali e assistenziali a carico del datore di lavoro sono più alti per i dipendenti a tempo indeterminato rispetto ai dipendenti a tempo determinato. Inoltre, i contributi sono più alti per i dipendenti con mansioni elevate, in quanto sono calcolati sulla base della retribuzione lorda.

In base ai dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, i contributi previdenziali e assistenziali a carico del datore di lavoro per un dipendente a tempo indeterminato con mansioni elevate sono pari a circa il 40% della retribuzione lorda.

I contratti più costosi in Italia sono quindi i seguenti:

  • Contratti a tempo indeterminato con mansioni elevate
  • Contratti a tempo indeterminato con anzianità di servizio
  • Contratti a tempo indeterminato con qualifica dirigenziale

I contratti a tempo determinato, invece, sono meno costosi per i datori di lavoro. I contributi previdenziali e assistenziali a carico del datore di lavoro sono pari a circa il 25% della retribuzione lorda.

I contratti a tempo determinato più costosi in Italia sono quindi i seguenti:

  • Contratti a tempo determinato con mansioni elevate
  • Contratti a tempo determinato con anzianità di servizio
  • Contratti a tempo determinato con qualifica dirigenziale

È importante notare che i contributi previdenziali e assistenziali a carico del datore di lavoro sono soggetti a variazioni in base alla normativa vigente.

Quali sono le forme alternative per mettere da parte dei contributi da riscattare in tarda età?

Esistono diverse forme alternative per mettere da parte dei contributi da riscattare in tarda età. Ecco le principali:

  • Risparmio previdenziale individuale

Il risparmio previdenziale individuale è un modo per mettere da parte dei soldi per la pensione, in modo autonomo e senza dover ricorrere all'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS). Esistono diverse forme di risparmio previdenziale individuale, tra cui:

* **Piano individuale di risparmio pensionistico (PIR)**

* **Forma pensionistica complementare (FPCT)**

* **Trattamento di fine rapporto (TFR)**

  • Risparmio gestito

Il risparmio gestito è un modo per investire i propri soldi in modo professionale, affidandoli a un gestore di fondi. Esistono diversi tipi di fondi di investimento, tra cui:

* **Fondi comuni di investimento**

* **SICAV**

* **SICAF**

  • Investimenti immobiliari

Gli investimenti immobiliari possono essere un modo per ottenere una rendita passiva in tarda età. Esistono diversi tipi di investimenti immobiliari, tra cui:

* **Acquisto di immobili da affittare**

* **Investimenti in immobili per il turismo**

* **Investimenti in immobili per il commercio**

  • Investimenti in titoli di Stato

Gli investimenti in titoli di Stato possono essere un modo per ottenere una rendita sicura in tarda età. I titoli di Stato sono dei titoli di debito emessi dal Governo italiano.

La scelta della forma di risparmio più adatta dipende dalle proprie esigenze e obiettivi. È importante valutare attentamente le diverse opzioni disponibili prima di prendere una decisione.

Ecco alcuni consigli per scegliere la forma di risparmio più adatta:

  • Determinare il proprio obiettivo

Prima di scegliere una forma di risparmio, è importante determinare il proprio obiettivo. Si vuole risparmiare per la pensione? Per un investimento a breve termine?

  • Valutare le proprie esigenze

È importante valutare le proprie esigenze in termini di rischio, rendimento e liquidità.

  • Considerare le proprie possibilità

È importante considerare le proprie possibilità di investimento in termini di budget e di tempo.

  • Ricercare le informazioni

È importante informarsi sulle diverse forme di risparmio disponibili prima di prendere una decisione.

Bibliografia

  • Gallo, FrancescoDiritto tributario e contributi previdenziali – Giappichelli Editore
    Approfondimento sui principi del diritto tributario italiano, con focus sui contributi previdenziali, coprendo sia l’aspetto normativo che le prassi di versamento.

  • Marchetti, GiovanniContributi obbligatori e sistema previdenziale in Italia – Il Mulino
    Testo completo che tratta il sistema previdenziale italiano, analizzando le diverse tipologie di contributi e il loro ruolo nel sostegno del welfare pubblico.

  • Balduzzi, PaoloLa finanza pubblica italiana – EGEA
    Manuale che offre una visione d'insieme della finanza pubblica in Italia, incluse le prestazioni patrimoniali obbligatorie come i contributi speciali e sociali.

  • Sacchi, AlbertoDiritto del lavoro e previdenza sociale – Cedam
    Un testo che copre i fondamenti del diritto del lavoro con uno sguardo dettagliato ai contributi previdenziali, spiegando le modalità di versamento e la loro importanza per il sistema previdenziale.

  • Santoro, FrancescoLa previdenza sociale in Italia: storia, diritto e politica – Carocci
    Saggio storico e giuridico che esplora l’evoluzione della previdenza sociale in Italia e il ruolo dei contributi sociali, con particolare attenzione alle norme di legge e agli effetti economici.

FAQ sui contributi e i versamenti

1. Qual è la differenza tra contributi obbligatori e contributi volontari?

I contributi obbligatori sono versamenti che il lavoratore è tenuto a effettuare secondo le norme di legge, indipendentemente dal tipo di contratto o categoria lavorativa. Essi costituiscono la base del sistema previdenziale e assistenziale, garantendo l’accesso a prestazioni come la pensione, l’assistenza sanitaria e altre tutele. In genere, sono trattenuti automaticamente dallo stipendio per i lavoratori dipendenti, mentre i lavoratori autonomi devono provvedere in autonomia al loro versamento. I contributi volontari, invece, sono versamenti facoltativi che un lavoratore può decidere di fare per integrare il proprio montante contributivo, ad esempio per coprire periodi non lavorati o per incrementare l’importo della futura pensione. La scelta di effettuare versamenti volontari può dipendere da esigenze individuali di previdenza e pianificazione pensionistica, ma richiede comunque l’autorizzazione dell’ente previdenziale.

2. Come si calcolano i contributi previdenziali?

Il calcolo dei contributi previdenziali varia in base alla tipologia di lavoro (dipendente, autonomo, libero professionista) e alla retribuzione percepita. Per i lavoratori dipendenti, i contributi vengono generalmente calcolati come una percentuale sul reddito lordo e sono ripartiti tra il datore di lavoro e il lavoratore. I lavoratori autonomi e i liberi professionisti, invece, calcolano i propri contributi in base al reddito dichiarato, applicando un’aliquota che può variare a seconda della categoria professionale o del regime contributivo scelto (ad esempio, aliquota INPS per artigiani e commercianti, casse di previdenza per professionisti iscritti a ordini). Alcuni settori possono prevedere aliquote agevolate, come nel caso di giovani professionisti o nuove attività.

3. Cosa sono i contributi figurativi e come funzionano?

I contributi figurativi sono una forma di contribuzione accreditata senza obbligo di versamento diretto da parte del lavoratore, e sono riconosciuti in specifiche situazioni come maternità, servizio militare, disoccupazione o cassa integrazione. In pratica, lo Stato “accumula” questi contributi durante i periodi in cui il lavoratore non può versare i contributi ordinari a causa di eventi tutelati dalla legge, permettendo che questi periodi contribuiscano comunque alla pensione futura. I contributi figurativi non incidono sul reddito attuale, ma hanno effetti sul calcolo finale della pensione, garantendo che anche i periodi di sospensione dell’attività lavorativa siano valorizzati per il trattamento pensionistico.

4. È possibile recuperare i contributi non versati?

Sì, è possibile recuperare i contributi non versati attraverso la cosiddetta "ricongiunzione contributiva". Questo strumento consente di accorpare i contributi versati in diverse gestioni previdenziali (ad esempio, per chi ha svolto sia lavoro autonomo che dipendente) in modo da ottenere un'unica pensione. Esiste anche la possibilità di "riscatto" di determinati periodi non coperti da contribuzione, come il periodo di studi universitari, pagando un importo specifico. Entrambi gli strumenti hanno un costo, ma possono risultare vantaggiosi per incrementare l’importo finale della pensione e raggiungere i requisiti minimi di anzianità contributiva.

5. Quali sono i vantaggi di versare contributi volontari?

Versare contributi volontari permette di integrare la propria posizione contributiva, utile per chi desidera anticipare l’uscita dal mondo del lavoro o aumentare l’importo della pensione. Questo tipo di versamenti può risultare vantaggioso per chi ha periodi di disoccupazione o inattività (come casalinghe o lavoratori intermittenti) o per chi vuole incrementare la propria pensione pur essendo vicino al limite minimo contributivo. Inoltre, versare contributi volontari può contribuire a ottenere un maggior numero di anni di anzianità contributiva, essenziali per alcuni trattamenti pensionistici anticipati o agevolati. Il contributo volontario si rivela una scelta strategica, specie in vista di una pianificazione pensionistica personalizzata.

Autore: Avvocato Giacomo Locopo

Immagine di Giacomo Locopo

Nato a Catania il 25 febbraio 1970, l'avvocato ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l'illustre Università degli Studi La Sapienza di Roma. Attualmente, è iscritto all'Albo dell'Ordine degli Avvocati nella città di Palmi, dove esercita la professione legale con competenza e dedizione.