Dopo avervi proposto l'approfondimento sulla Carta dei diritti dei bambini, oggi ci tuffiamo in un nuovo articolo.
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Oggi vi presentiamo un approfondimento circa il diritto/dovere di entrambi i genitori di occuparsi dei figli attraverso l'affidamento congiunto.
Non sempre l'unione di due coniugi va a buon fine. Spesso per incomprensioni o altro si decide di separarsi e divorziare e di non condividere più insieme la vita di coppia e l'educazione dei propri figli; a pagare maggiormente per la fine di un matrimonio sono infatti proprio i figli della coppia.
La legislazione italiana ha da sempre cercato di regolamentare le dinamiche in materia di affidamento di un minore in caso di separazione o divorzio, ottenuti in tribunale tramite la sentenza di un giudice e con la vigile presenza di un avvocato, dei propri genitori con delle leggi apposite. Una delle leggi che regolamenta la ripartizione e l'esercizio della Patria potestà sui figli minorenni da parte dei genitori, nei casi in cui questi ultimi non convivono più insieme, è l'affidamento congiunto.
Cosa prevede la legge
L'affidamento congiunto prevede che, nei casi di divorzio o separazione, ottenuti in tribunale tramite la sentenza di un giudice e con la vigile presenza di un avvocato, dei genitori, la patria potestà venga data a entrambi i coniugi, i quali dovranno provvedere al figlio condividendone le principali responsabilità. Si differenzia dall'affidamento condiviso, perché prevede la totale condivisione e compartecipazione dei coniugi alla cura del figlio. L'affidamento condiviso, diversamente dall'affidamento congiunto, afferma invece che, in caso di contrasti tra i genitori, sia necessario suddividere in parti uguali le responsabilità e la durata della presenza fisica del figlio presso i singoli coniugi.
Come funziona l'affidamento
Con la modifica dell'articolo 155 del Codice Civile, dopo l'entrata in vigore della Legge 8 Febbraio 2006 numero 54, si sono verificati notevoli cambiamenti in merito all'affidamento in caso di divorzio, ottenuto in tribunale tramite la sentenza di un giudice, e con la vigile presenza di un avvocato. È stato infatti istituito il “principio di bigenitorialità”, prevedendo che entrambi i genitori, dopo la separazione, avranno diritto allo stesso rapporto con il figlio, evitando così l'affidamento esclusivo a un solo coniuge, per motivi legati ai contratti di lavoro e quindi a eventuali guadagni, stipendi o mensilità. La Costituzione italiana stessa prevede infatti che tutti e due i genitori devono e hanno diritto a provvedere all'istruzione, al mantenimento e all'educazione del proprio figlio (Art. 30).
Prima del 16 marzo 2006 si immaginava l'affidamento esclusivo che delimitava l'esercizio della potestà genitoriale di un genitore, per motivi legati ai contratti di lavoro e quindi a eventuali guadagni, stipendi o mensilità.
La nuova Legge dell’8 febbraio 2006 ha fissato per legge il diritto dei figli a continuare a vivere in modo intervallato con ciascun genitore. L'affidamento condiviso consente l'esercizio della potestà anche in modo disunito. Questo tipo di affidamento si applica in caso di conflitto perchè suddivide le responsabilità specifiche, in base ai contratti di lavoro e quindi a eventuali guadagni, stipendi o mensilità.
Differenze fra le varie tipologie di Affidamento congiunto
La presenza del minore da ciascun genitore è conferita in modo equilibrato. Questo consente al minore di continuare a vivere con ciascun genitore senza esaminare il rapporto che i genitori hanno tra loro. La finalità è dunque quello di coinvolgere entrambi i genitori nel rapporto quotidiano con i figli.
Nell'affidamento esclusivo invece tutti e due i genitori decidono attivamente sulle scelte che gravano sulla crescita psico-fisica della prole. Quando i genitori sono in disaccordo sulle scelte che riguardano l’educazione della prole è importante preparare un progetto genitoriale con il coordinamento di un pedagogista.
E’ d’uopo sottolineare che mentre la legge precedente distingueva tra figli di coniugi e di coppie di fatto, la nuova legge si riferisce alla parola genitore per abbracciare tutti i figli.
La convivenza equilibrata con ciascun genitore senza la presenza dell'altro dunque incoraggia la creazione di una relazione diretta. Prima della separazione, si dovrebbero predisporre dei percorsi di sensibilizzazione e preparazione delle coppie. L'intervento psicologico nel tempo, può rivelarsi una buona abitudine.
FAQ
Cos'è l'affidamento congiunto?
L'affidamento congiunto è una forma di custodia legale in cui entrambi i genitori conservano i diritti e le responsabilità legali per il benessere del loro figlio o figli, a seguito di un divorzio o di una separazione. Questo tipo di arrangiamento richiede una stretta collaborazione tra i genitori, con una comunicazione regolare e il coordinamento delle decisioni relative alla salute, all'educazione, alla religione e alle altre questioni importanti nella vita del bambino. L'affidamento congiunto non significa necessariamente che il bambino passi la stessa quantità di tempo con ciascun genitore. Le specifiche disposizioni temporali possono variare a seconda delle circostanze uniche di ciascuna famiglia.
Come si determina l'affidamento congiunto?
L'affidamento congiunto viene solitamente determinato durante un procedimento legale. In molti casi, i genitori possono arrivare a un accordo su un piano di custodia congiunta che riflette i migliori interessi del bambino. Se i genitori non riescono a raggiungere un accordo, il tribunale può intervenire e prendere una decisione basata su vari fattori, tra cui la capacità di ciascun genitore di fornire un ambiente stabile, le esigenze specifiche del bambino, la posizione geografica dei genitori, e la capacità e la volontà di ciascun genitore di cooperare e comunicare per il bene del bambino.
L'affidamento congiunto è sempre la migliore soluzione per i bambini?
Non esiste una soluzione unica per tutte le situazioni in materia di affidamento dei figli. Mentre l'affidamento congiunto può offrire benefici come l'opportunità per il bambino di mantenere un forte legame con entrambi i genitori, non è sempre l'opzione migliore in ogni situazione. Ad esempio, in casi di violenza domestica o di abuso, l'affidamento esclusivo a un genitore può essere la soluzione più sicura. Inoltre, l'affidamento congiunto può essere problematico se i genitori non riescono a comunicare efficacemente o se vivono a grandi distanze l'uno dall'altro. In ogni caso, la decisione finale dovrebbe sempre riflettere i migliori interessi del bambino.
Cosa succede se uno dei genitori non rispetta l'accordo di affidamento congiunto?
Se un genitore non rispetta l'accordo di affidamento congiunto, l'altro genitore può ricorrere al tribunale per far rispettare l'ordine. Le violazioni possono includere il mancato rispetto degli orari di visita concordati, il mancato coinvolgimento nelle decisioni riguardanti il bambino, o il tentativo di alienare il bambino dall'altro genitore. Il tribunale può imporre una varietà di sanzioni, tra cui l'adeguamento dell'accordo di custodia, l'imposizione di multe, o, in casi gravi, l'assegnazione dell'affidamento esclusivo all'altro genitore.
È possibile modificare un accordo di affidamento congiunto?
Sì, è possibile modificare un accordo di affidamento congiunto. Tuttavia, per farlo, il genitore che richiede la modifica deve generalmente dimostrare che vi è stato un cambiamento significativo nelle circostanze e che la modifica è nel migliore interesse del bambino. Questo potrebbe includere cambiamenti come una rilocazione, un cambiamento nelle condizioni di lavoro di un genitore, o un cambiamento nelle esigenze del bambino. Se i genitori sono d'accordo sulla modifica, di solito possono presentare una proposta congiunta al tribunale. Se non sono d'accordo, il tribunale dovrà decidere.